Grandi le aspettative degli italiani riposte sull’Esposizione Mondiale 2015, alla quale chiedono la riduzione degli sprechi in tutta la filiera (30%) e una diminuzione del divario nella distribuzione delle risorse a livello globale (30%). Alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, ActionAid rilancia la campagna Operazione Fame e diffonde l’indagine Ipsos sulle nuove consapevolezze degli italiani in materia di cibo e sprechi, a casa e nelle mense scolastiche.operazionefame.it, #operazionefameLa crisi economica che affligge il nostro Paese da 5 anni ha avuto un impatto molto significativo sugli atteggiamenti e sui comportamenti di acquisto e di consumo per oltre la metà degli italiani (51%), ancor più al Sud (59%) dove gli effetti della crisi hanno moltiplicato le già precarie condizioni di milioni di cittadini. Sebbene il 56% degli italiani dichiari di comperare ancora molto più dello stretto necessario, diverse cause contribuiscono a stimolare scelte mirate davanti agli scaffali come a casa, complice anche una maggiore attenzione per la propria salute (73%), per l’ambiente (14%) e una nuova sensibilità sugli impatti che il proprio consumo incontrollato, individuale o familiare, può avere sul resto mondo (29%), inducendo gli italiani di fatto a impostare nuove regole di consumo a tavola. Sono questi alcuni dei dati emersi dall’indagine condotta da Ipsos per ActionAid Verso l’Expo: gli italiani e gli sprechi alimentari, a casa e nelle mense scolastiche diffusa in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione e del rilancio della campagna Operazione Fame, attraverso la quale, per il secondo anno, l’Organizzazione intende intervenire e sensibilizzare il grande pubblico sulle disparità di accesso al cibo in Italia e nel mondo, contribuendo a rimuovere le disuguaglianze esistenti nel controllo delle risorse (terra, acqua, pascoli, foreste e sementi), promuovendo uno sviluppo economico locale sostenibile, e garantendo una corretta alimentazione a bambini e adulti.Cresce rapidamente l’attenzione degli italiani nei confronti di quello che si preannuncia il grande appuntamento del 2015 per il nostro Paese: a luglio 2013, quasi un italiano su 3 (28%) non era ancora a conoscenza dell’Expo 2015 che si terrà a Milano l’anno prossimo, mentre a un anno di distanza, il 78% della popolazione è consapevole del tema Alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta, e oltre la metà degli italiani (54%) dichiara che intende visitare l’Esposizione milanese (35% molto probabile, 19% abbastanza probabile). Grandi le aspettative degli italiani nei confronti dei possibili esiti: la diminuzione del divario nella distribuzione delle risorse a livello globale (30%), la riduzione degli sprechi in tutta la filiera (30%), la lotta alla fame nel mondo (17%) nonché la riforma del sistema globale per la produzione agricola (8%). Segnali evidenti di come i fattori cibo e sprechi alimentari siano diventati una chiave di riflessione non solo per gli attori economici implicati nel comparto, ma anche e soprattutto per gli stessi consumatori finali.Nuove consapevolezze, quindi, che il campione interpellato da Ipsos testimonia di aver acquisito nelle abitudini di consumo e nei comportamenti alimentari: rispetto a 2 anni fa, per oltre la metà degli italiani (54%), sono sensibilmente diminuiti gli alimenti che finiscono in pattumiera senza essere consumati, e si è imparato a strizzare l’occhio a quelle variabili chiave che qualificano un prodotto alimentare: l’origine locale, quindi la filiera corta (50%), il rispetto della stagionalità a favore della qualità (48%), e un’attenta valutazione delle modalità di acquisto, sfuso e a peso, con punte altissime nella fascia d’età 55-65 (94%), ma altrettanto significative nella fascia 25-34 (84%). Un italiano su 2 preferisce rifornirsi presso piccoli produttori locali e a km 0’, ma oltre alla qualità anche il costo ha il suo peso specifico nelle scelte degli italiani, i quali individuano i prodotti alimentari soprattutto in presenza di una promozione (29%) o di un prezzo più basso rispetto ad altri cibi (24%). È interessante notare come nella fascia 55-65 anni, lo spreco di alimenti scaduti o andati a male non capita quasi mai per oltre la metà del campione (56%), dato che si dimezza per la fascia 25-34 (27%) tra i quali il 6% butta cibi deteriorati o scaduti tutti i giorni, a fronte della metà sprecata dai 55-65enni.L’indagine rileva come la crisi (51%) rappresenti solo uno dei fattori che ha indotto gli italiani ad una maggiore attenzione al proprio stile di consumo alimentare; sulla scia della crescente visibilità data dai media ai vari allarmi lanciati dalla società civile in merito alle disparità di risorse a livello globale e alle difficoltà economiche delle famiglie italiane, una leva importante emersa dall’indagine risiede soprattutto nella sensazione di disagio e fastidio che procura lo spreco (64%) - percentuale che lievita al Nord (75%) e cala al Sud (55%) - e da una certa dose di senso di colpa (29%) nei confronti di quelle persone che, anche nel nostro Paese ormai, non hanno di che alimentarsi. Un italiano su 4, infatti, è consapevole che il 13% delle famiglie dichiara di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni, che 1/3 della produzione mondiale di cibo viene sprecato (47%), e che per ogni persona che non ha da mangiare al mondo ce ne sono due obese o in sovrappeso (26%), ma 1 su 3 non ha ancora nessuna idea dell’impatto che gli attuali sistemi di agricoltura hanno sull’ambiente e sui consumi di combustibile per la produzione, mentre circa un quarto ritiene di esserne al corrente.La piccola agricoltura contadina e familiare realizza 3/4 degli investimenti agricoli a livello globale, cifra che arriva all’85% per quanto riguarda l’Africa Sub-Sahariana. Eppure oggi i contadini hanno difficoltà di accesso alla terra e ai mercati e non sono tutelati nei loro diritti. La piccola agricoltura contadina sfama il mondo, garantisce la preservazione dei suoli, la riproduzione delle sementi e la tutela di risorse fondamentali come l’acqua. Investire nella piccola agricoltura, a livello domestico e in chiave globale, è necessario per promuovere la sicurezza alimentare ma anche per garantire sistemi alimentari sostenibili e ridurre la povertà.I Governi dovrebbero svolgere un ruolo importante nel garantire che gli investimenti siano davvero responsabili, ovvero tutelino i diritti dei contadini  proibendo gli accaparramenti di terra su larga scala, il cosiddetto land grabbing contro cui ActionAid si batte, da parte di aziende estere dell’agro-business che con le loro attività danneggiano l’ambiente, lo sviluppo rurale e l’accesso alle risorse naturali - spiega Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia Anche le politiche di aiuto pubblico allo sviluppo dovrebbero orientarsi  in questo senso anziché, come dimostra la nuova alleanza per la Sicurezza alimentare e la Nutrizione lanciata dai G8 nel 2012, puntare prevalentemente sul settore privato multinazionale per investire nell’agricoltura africana.Per questo ActionAid dal 2014 ha avviato un intenso lavoro di sensibilizzazione a favore delle popolazioni in Senegal dove, un’azienda italiana e il governo locale, stanno agendo in modo tale che le popolazioni autoctone non possano più sostentarsi con le terre di loro proprietà. Azione che attraverso una massiccia campagna di informazione ha già ricevuto il sostegno di 100,000 persone nei paesi in cui è attiva l’Organizzazione.Rispetto alla capacità di influenzare le scelte delle persone attraverso la sensibilizzazione ad ampio raggio, dall’indagine emerge che una buona dose di cinismo caratterizza tuttavia gli italiani interpellati, che tendono a dividersi equamente tra coloro che confidano nel ruolo dell’informazione per attivare comportamenti stabili più virtuosi sulla questione sprechi alimentari, e un’altra metà circa che ritiene che l’attivazione avrebbe solo un effetto temporaneo (34%) o nullo (11%).Ci ha fatto molto piacere constatare una nuova consapevolezza dei nostri concittadini rispetto al proprio ruolo nevralgico di consumatori finali in una filiera strategica come quella del cibo prosegue Marco De Ponte È fondamentale che riconoscano il peso specifico individuale in quelle dinamiche che partono dal proprio territorio ma assumono una valenza globale. Confidiamo dunque anche nell’opportunità offerta da Expo 2015 per lasciare una grande eredità a questa classe emergente di cittadini attivi e consapevoli.Non poche le perplessità, infine, nutrite dai genitori italiani per gli sprechi nelle mense scolastiche, un comparto dove si consumano 380 milioni di pasti all’anno nelle scuole elementari e medie inferiori, 2 milioni di pasti ogni giorno, per un fatturato di 1.3 miliardi di euro annui. Non esistono di fatto dati nazionali sugli sprechi alimentari prodotti nelle mense scolastiche ma, secondo alcune rilevazioni[2], circa il 10% dei pasti serviti (pari a 87mila tonnellate di cibo) sono eccedenze, delle quali l’85% è totalmente sprecato. Fotografia restituita anche dai genitori sentinelle interpellati da Ipsos, i quali, in una scala da 1 a 10, danno un voto poco più che sufficiente alla lotta agli sprechi nelle mense dei figli (6.7), questione che sembra essere il vero tallone d’Achille nel servizio di ristorazione scolastica rispetto alla qualità del cibo (7.1) e alla pulizia degli spazi (7.6). Interpellati sulle tipologie e la qualità del cibo servito in mensa, la quasi totalità dei genitori ritiene che i propri figli consumino frutta e verdura di stagione a scuola (89%) e interrogati sulla presenza di cibi di qualità più o meno elevata, la percentuale decresce nettamente quando si rilevano consumi come surgelati (54%) o scatolame (38%). Ancora meno i genitori in grado di dire se cibi biologici (38%) prodotti equo-solidali (44%) o prodotti DOP (46%) raggiungono il piatto del figlio quando mangia a scuola, e si dimostrano ancora meno partecipativi rispetto a un possibile coinvolgimento nelle commissioni mensa delle scuole, laddove solo il 3% dei genitori intervistati è attivo in una commissione mensa, nota come istituzione a 3 famiglie su 4; quasi la metà dei genitori non conosce le attività di tale commissione nel dettaglio, e solo 1 famiglia su 3 ha contatto diretto con i membri della commissione (33%), il cui impegno è peraltro riconosciuto utile dalla maggioranza (84%). Tuttavia, a domanda diretta, ben due terzi dei genitori si percepisce come soggetto potenzialmente utile in affiancamento all’istituzione nella scelta di menu di qualità e antispreco.È dai bambini che frequentano le mense che può partire il vero cambiamento. Parliamo di un comparto attorno al quale ruotano 10 milioni di persone, tra addetti ai lavori, insegnanti, studenti e personale non docente. I figli del 91% del campione intervistato. Un bacino enorme che rappresenta 1/6 della Nazione e che può farsi davvero promotore e partecipe di consumi alimentari sostenibili, attraverso l’adozione di comportamenti individuali e collettivi virtuosi conclude Marco De Ponte Per questo ActionAid ha deciso di intervenire nella realtà scolastica, promuovendo con forza e a tutti i livelli la lotta agli sprechi, e coinvolgendo alunni, insegnanti e genitori in attività di formazione su stili alimentari rispettosi della propria salute e delle risorse disponibili. Come l’iniziativa Io Mangio Giusto, con la quale ActionAid si è posta l’ambizioso obiettivo di garantire, entro il 2015, che 15mila bambini possano avere accesso ad una mensa più giusta e almeno 40mila, insieme alle loro famiglie, possano capire l’importanza di una dieta sostenibile.I bambini sono dunque parte attiva negli interventi e nelle iniziative di sensibilizzazione di ActionAid, che da tempo si occupa della tematica cibo e sprechi. All’estero, con la lotta all’accaparramento delle terre dei piccoli agricoltori da parte delle grandi multinazionali, e nelle scuole e nelle mense italiane, realizzando interventi ad hoc anche in partenariato con altre realtà impegnate sul tema, come Cittadinanza Attiva, con la quale ActionAid ha condotto una ricerca proprio sullo spreco nelle mense. Anche quest’anno, attraverso la campagna Operazione Fame, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, l’Organizzazione entrerà nelle mense scolastiche di decine di istituti italiani, promuovendo una serie di iniziative ed eventi che avranno come protagonista il simbolo della campagna, un cucchiaio  bucato, teso a testimoniare l’inutilità dello strumento senza la possibilità di un accesso equo alle risorse, e a trasferire ai bambini l’importanza delle proprie scelte alimentari, indirizzandoli verso un consumo sano e sostenibile, nel rispetto del proprio territorio e delle disparità globali.NOTA PER GLI EDITORI ACTIONAID, IL DIRITTO AL CIBO E L’EXPO 2015ActionAid International è un’organizzazione indipendente che si impegna nella lotta alle cause della povertà e dell’esclusione sociale. Fondata nel 1972, attualmente è una federazione che lavora con oltre 15 milioni di persone in 45 paesi. ActionAid lavora a fianco delle popolazioni e delle comunità più emarginate attraverso programmi di sviluppo a lungo termine in Asia, Africa e America Latina per garantire un cambiamento sostenibile che duri nel tempo. Dare alle persone la possibilità di organizzarsi e impegnarsi per rivendicare i diritti fondamentali. Coinvolgere i governi, il settore privato e la società civile attraverso campagne di sensibilizzazione e mobilitazione, l’empowerment dei piccoli agricoltori, la lotta contro la volatilità dei prezzi e il diritto alla terra delle comunità più povere. ActionAid vuole agire controcorrente, mettendo le donne al centro della sua azione per la sicurezza alimentare e chiedendo che in ogni parte del mondo sia pienamente riconosciuto il diritto delle donne di  accedere, possedere e controllare la terra che lavorano. Le sinergie tra Expo Milano 2015 e ActionAid International verranno valorizzate nel Sito Espositivo attraverso una serie di eventi che rappresenteranno al meglio le problematiche legate al tema della nutrizione e all’economia da essa derivanti.A questi link è possibile scaricare:FOTOFoto dei testimonial ActionAid con il cucchiaio bucatohttps://drive.google.com/file/d/0B2EIy9S2ZVADbXFKUVJKRnhnVlU/view’usp=sharingFoto dei bambini italiani che mangiano con il cucchiaio bucato nelle mense scolastichehttps://drive.google.com/file/d/0B2EIy9S2ZVADMUplMHZjUGpDRjg/view’usp=sharing VIDEOVideo sulle attività antispreco ActionAid rivolte ai bambini italianihttps://drive.google.com/file/d/0B0w_JPXL_6cgbWRmc0tOdkxUX2c/view’usp=sharingIl commento video del Segretario Generale Marco De Ponte ai dati dell’indagine https://drive.google.com/file/d/0B0w_JPXL_6cgWlNLYjg5cUREamc/view’usp=sharingInterviste agli italiani sui temi dell’indagineVox populi Quanto sprechiamo https://drive.google.com/file/d/0B0w_JPXL_6cgS1A0MjJObFZsT0k/view’usp=sharingVox populi Perché abbiamo ridotto gli sprechi https://drive.google.com/file/d/0B0w_JPXL_6cgYXgwa0RQVWlLYkk/view’usp=sharingVox populi - Come facciamo la spesa https://drive.google.com/file/d/0B0w_JPXL_6cgNFBMdlVYajQzODQ/view’usp=sharingVox populi Expo 2015, aspettative e richieste degli italiani https://drive.google.com/file/d/0B0w_JPXL_6cgNkZoNjdwUVlXbWc/view’usp=sharingVox populi tutte le interviste divise da cartelli tematici https://drive.google.com/file/d/0B0w_JPXL_6cgRHo5czRwdHNRNEE/view’usp=sharingB-roll scuole e mense https://drive.google.com/file/d/0B0w_JPXL_6cgYy1sWEh3Vjd6ZHc/view’usp=sharingPer informazioni, richiesta materiali e interviste Ufficio Relazioni Pubbliche ActionAidufficiostampa@actionaid.orgFrancesca Landi, Head of Public Relations Tel. 06 45200526 Cell. 3355478571 francesca.landi@actionaid.orgTonia Esposito, Responsabile Relazioni Media Tel 06 45200526 Cell. 3397854857 tonia.esposito@actionaid.orgBarbara Antonelli, Information Officer Tel. 06 45200526 Cell. 3385706446 barbara.antonelli@actionaid.orgFrancesca De Santis, Local Media Relations Tel 06 45200-530 Cell. 3407202483 francesca.desantis@actionaid.org