Roma, 3 aprile 2013 I dati OCSE attribuiscono all’Italia la maglia nera dell’aiuto pubblico allo sviluppo: siamo ultimi nelle classifiche, avendo raggiunto lo 0,13% del rapporto tra aiuti e ricchezza nazionale, insieme alla Grecia. A questo punto, avendo toccato il fondo nella lotta alla povertà, non possiamo che risalire, ma serve un intervento di tutte le istituzioni per far ripartire la cooperazione allo sviluppo in Italia’. Così Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid, commenta i dati forniti stamane dall’OCSE/DAC relativi all’aiuto pubblico allo sviluppo.I dati spiegano gli analisti di ActionAid confermano il declino della cooperazione italiana, che nonostante il timido risultato del 2011 che aveva portato il rapporto APS/PIL allo 0,20%, evidenzia tutte le criticità del nostro sistema di Aiuto Pubblico allo sviluppo. Il dato del 2011, risultava gonfiato’, poiché oltre il 30% degli aiuti dell’Italia era costituito da risorse non autentiche’, cioè derivanti dal interventi di emergenza per il sostegno ai rifugiati, erogati in occasione della primavera araba, mentre il 36% era costituito da operazioni di riconversione e cancellazione del debito. Nel 2012, venendo meno queste due voci di spesa, l’aiuto italiano è sceso nuovamente toccando quota 0,13%.In questo momento di crisi politica e istituzionale è necessario che vengano riattivati al più presto tutti gli organi parlamentari e governativi, per riprendere iniziative fondamentali per il rilancio della cooperazione italiana, a partire dalla riforma della legge sulla cooperazione e dall’approvazione del Documento di Economia e Finanza’, conclude De Ponte.  Nonostante - secondo le previsioni fornite invece dal Ministero della Cooperazione - si intravedano timidi segnali di ripresa, resta prioritario rilanciare subito la lotta alla povertà e il ruolo del Paese in questo ambito, perché anche su questa partita si gioca la credibilità internazionale dell’Italia’.