28 FEBBRAIO 2014 - Regione Emilia Romagna - Terza Torre, Viale della Fiera 8, BolognaLa più persistente disparità ancora esistente al mondo è quella di genere. Discriminazioni e violazioni sono ancora diffuse, a causa di strutture patriarcali e radici culturali che tengono al margine le donne nella vita economica, sociale e politica.Sebbene la mancanza di risorse sia spesso terreno fertile per queste situazioni di ingiustizia, la violazione dei diritti delle donne è estremamente diffusa anche in molti paesi sviluppati.Una di queste violazioni riguarda il diritto delle donne di scegliere se, quando e con chi sposarsi.Molti Stati, per evitare la condanna internazionale rispetto al fenomeno delle spose bambine, hanno iniziato ad introdurre nelle proprie legislazioni il divieto di celebrare matrimoni precoci.Tuttavia, i matrimoni forzati trovano ancora legittimazione culturale e giuridica presso vari popoli e nazioni.Anche in Italia a bambine, adolescenti e giovani donne immigrate, spesso nate e cresciute nel nostro Paese, viene imposto un matrimonio che non desiderano e al quale non hanno gli strumenti e le risorse per opporsi.Il progetto Contrasto ai matrimoni forzati nella provincia di Bologna: agire sul locale con una prospettiva internazionale, promosso da Trama di Terre in collaborazione con ActionAid Italia e finanziato dalla Fondazione Vodafone Italia nasce con l’obiettivo di dare una risposta concreta a tale fenomeno.Dal 2011 ad oggi i partner si sono impegnati a fornire servizi di supporto alle donne che hanno subìto matrimoni forzati, che sono transitate all’interno di una struttura messa loro a disposizione, e sviluppato  attività di formazione e sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza e alle istituzioni.Si è inoltre lavorato anche per incentivare la condivisione di best practice a livello internazionale.Abbiamo voluto fornire a operatori e operatrici indicazioni e strumenti utili a garantire l’effettiva protezione di donne e bambine, con la consapevolezza di essere solo all’inizio di un percorso complesso e poco esplorato in Italia ha dichiarato Tiziana Dal Pra, presidente di Trama di Terre Per questo vogliamo porre all'attenzione della politica italiana questo tema, portando il nostro contributo, frutto del lavoro sul campo fatto negli ultimi 5 anni. La prima necessità è quella di riconoscere i matrimoni forzati come una delle forme di violenza contro le donne: per farlo bisogna uscire da logiche "relativiste e neutre" che lo ascrivono solo a una problematica "culturale". Chiediamo che il contrasto ai matrimoni forzati sia inserito come uno dei punti del Piano Nazionale antiviolenza che auspichiamo venga al più presto approvato’.I matrimoni precoci e i matrimoni forzati trovano profonde radici negli squilibri di potere tra donne e uomini e in stereotipi e leggi che rispecchiano l’idea che la donna debba ricoprire un ruolo sociale e familiare subalterno, regolato da modelli patriarcali sostiene Rossana Scaricabarozzi di ActionAid Per questo chiediamo all’Italia e agli altri paesi riuniti in sede delle Nazioni Unite che durante la prossima Assemblea Generale si discuta di come inserire impegni specifici a contrasto dei matrimoni precoci e forzati nella nuova agenda globale per lo sviluppo dopo la scadenza degli Obiettivi del Millennio nel 2015’.Per maggiori informazioni:Stefania Donaera Ufficio Stampa ActionAid stefania.donaera@actionaid.org cell. 3469944261La Fondazione Vodafone Italia nasce nel 2002 dalla volontà dell’azienda Vodafone Italia di creare una struttura autonoma completamente dedicata ad attività di servizio e di solidarietà sociale a favore della comunità e in particolare dei soggetti in situazioni più disagiate. Dalla sua costituzione la Fondazione Vodafone Italia ha finanziato 380 progetti non profit, per un totale di oltre 73  milioni di euro.