In occasione del meeting che si apre oggi a Bruxelles, l’organizzazione internazionale ActionAid chiede al G7 una radicale riforma della Nuova Alleanza per la Sicurezza Alimentare e la Nutrizione (NASAN), e di spostare l’attenzione dagli investimenti privati delle grandi multinazionali alla partecipazione diretta dei piccoli agricoltori nella progettazione e nelle politiche sulla sicurezza alimentare.In particolare ActionAid ritiene sia necessario che governi e investitori dimostrino tolleranza zero nei confronti del landgrabbing, eliminando tutte le politiche pubbliche e gli incentivi di natura finanziaria e fiscale che possono causare direttamente o indirettamente forme di accaparramento di terra. Chiediamo quindi al Governo italiano di riconsiderare la propria partecipazione alla Nuova Alleanza per la Sicurezza Alimentare e la Nutrizione’ dichiara Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid chiediamo al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di sostenere, coerentemente alle Linee guida del nostro Paese in materia di cooperazione agricola, gli investimenti diretti dei piccoli agricoltori e la produzione sostenibile, aumentando le risorse destinate a tali progetti".L’Italia ha aderito all’iniziativa denominata Nuova Alleanza’, lanciata al G8 del 2012 sotto la presidenza statunitense, con l’obiettivo di ridurre la fame e la povertà. Secondo ActionAid però, la’Nuova Alleanza sta spingendo i governi africani a prendere decisioni che stanno privando comunità già impoverite della loro terra, dalla quale dipendono per guadagnarsi da vivere e sfamare le loro famiglie. Privilegiando grandi compagnie estere piuttosto che il settore privato locale e le associazioni di piccoli produttori di cibo, la Nuova Alleanza sta mettendo ulteriore pressione sulla terra dei Paesi africani, che sta passando nelle mani delle grandi corporation -commenta Marco De Ponte- Ricordiamo ai Paesi che saranno presenti al G7 che i piccoli proprietari e produttori locali, che rappresentano anche i principali fornitori di cibo per le comunità africane, devono rimanere la priorità. I produttori su piccola scala per lo più donne - sono i più grandi investitori privati nell’agricoltura africana. Dovrebbero essere loro a beneficiare delle politiche per l’agricoltura e non essere trasformati in lavoratori sottopagati su quella che una volta era la loro terra’, conclude De Ponte.In un recente rapporto dal titolo Il grande furto della terra’, ActionAid evidenzia come l’offerta di terreni su larga scala nell’Africa sub-Sahariana sia purtroppo in costante aumento. Si tratta di un processo attraverso il quale le grandi imprese, assistite dai governi, cercano di assumere il controllo del sistema agricolo e alimentare, a scapito dei piccoli agricoltori. Molti di questi accordi si costituiscono come casi di land grabbing, cioè accaparramenti di terra’. ActionAid chiede quindi al G7 di avere tolleranza zero nei confronti dell’accaparramento di terre e di adottare approcci alternativi agli investimenti del settore privato in agricoltura.